IRBIM Mazara del Vallo al G7 agricoltura e pesca

In occasione del G7 Agricoltura e Pesca, tenutosi dal 21 al 29 settembre 2024 nella suggestiva cornice di Siracusa-Ortigia, i colleghi di IRBIM Mazara del Vallo hanno presenziato a convegni e tavole rotonde con contribuiti di conoscenze e idee per rendere più sostenibile e resiliente la pesca italiana nel Mediterraneo in cambiamento. Il G7 di Siracusa, in linea con il lavoro svolto nelle precedenti riunioni ministeriali del G7 Agricoltura, si è infatti incentrato sulla resilienza e la sostenibilità dell’agricoltura e della pesca attraverso le seguenti aree tematiche prioritarie: scienza e innovazione per l’adattamento ai cambiamenti climatici e il contributo della pesca e dell’acquacoltura sostenibili alla sicurezza alimentare.

In particolare, le ricerche condotte dai ricercatori di IRBIM Mazara del Vallo e relazionate durante il G7 si sono concentrate su temi di attualità come la gestione delle specie invasive quali il granchio blu e specie termofile come il vermocane, lo sviluppo di piani di recupero per risorse minacciate come il riccio di mare, di cambiamenti climatici e relazione con le risorse biologiche con focus sulle problematiche gestionali delle pesche speciali a cura di Fabio Fiorentino; di “Strategie per la valutazione delle catture e riduzione della frazione scartata nella pesca a strascico” e delle “ultime valutazioni sullo stato delle risorse nello stretto di Sicilia” per l’ottimizzazione delle pratiche di pesca e salvaguardare la biodiversità a cura di Sergio Vitale mentre Germana Garofalo ha parlato di “capitale naturale e valutazione degli impatti cumulativi”. Questi contributi dimostrano come la cooperazione tra ricerca scientifica, innovazione tecnologica e politiche di gestione sia essenziale per un futuro sostenibile della pesca e dell’acquacoltura nel Mediterraneo. Le iniziative presentate durante il G7 di Siracusa rappresentano un esempio tangibile di come la scienza possa offrire soluzioni innovative per la gestione delle specie ittiche e la tutela degli habitat marini, fondamentali per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici.

Moby Litter, workshop sull’inquinamento da plastica negli oceani

Il 24 settembre presso l’Aula Azzurra “Mario Giordano” del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (DISVA) dell’Università Politecnica delle Marche, si è tenuta la quinta edizione del workshop annuale “Moby Litter“. L’evento, incentrato sul persistente problema dell’inquinamento da plastica negli oceani, ha offerto un’importante piattaforma di confronto tra ricercatori, enti governativi, società civile, aziende innovative e istituti scolastici. La campionessa di apnea Ilaria Molinari ha inaugurato il workshop con un toccante intervento intitolato “Profonda Plastica”, sottolineando l’impatto profondo di questo problema ambientale. Il Rettore, il Prof. Gian Luca Gregori, ha ribadito l’importanza strategica di “Moby Litter” per l’Ateneo, sottolineando come l’evento stimoli una riflessione approfondita sulle cause, gli effetti e le possibili soluzioni all’inquinamento da plastica, promuovendo un approccio transdisciplinare. Quest’anno, il workshop ha adottato un approccio ancora più ampio, integrando la ricerca scientifica con l’arte e l’azione concreta. Tra i relatori, Daniele Silvetti (Sindaco di Ancona), Vincenzo Vitale (Direttore marittimo delle Marche e Comandante della Capitaneria di Porto di Ancona) e molti altri rappresentanti di istituzioni accademiche e di ricerca. Per il CNR -IRBIM il direttore  Gian Marco Luna ha aperto con i saluti istituzionali e la collega Elisa Punzo della sede di Ancona, ha tenuto una presentazione dal titolo: “Marine Litter, sfide e opportunità nell’ambito della Blue Growth”. L’evento, inserito nel programma SHARPER – Notte Europea dei Ricercatori, finanziato dalla Commissione Europea, ha offerto un’opportunità unica per approfondire le conoscenze sull’inquinamento da plastica e per discutere di possibili strategie di mitigazione. A questo link la locandina dell’evento con il dettaglio degli interventi.

Campagna FARO – Fishing impacts on Isidella elongata vulnerable marine ecosystems

18 Settembre 2024. È partita dal porto di Catania la campagna oceanografica FARO (Fishing impacts on Isidella elongata vulnerable marine ecosystems)  a bordo della nave ricerca “Gaia Blu” del Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’iniziativa, finalizzata alla tutela e alla valorizzazione degli ecosistemi marini profondi, ha come obiettivo primario l’identificazione e la mappatura dei cosiddetti “soft-bottom coral gardens”, habitat di pregio caratterizzati dalla presenza del corallo nero Isidella elongata, specie classificata come “criticamente minacciata” dalla IUCN.

Attraverso l’impiego di avanzati sistemi di telemetria subacquea, i ricercatori a bordo della nave esploreranno i fondali marini del Canale di Sicilia, raccogliendo dati cruciali per la comprensione della biodiversità associata a questi delicati ecosistemi e per valutare l’impatto delle attività antropiche. In particolare, si utilizzeranno modelli predittivi per individuare le aree di potenziale presenza del corallo nero e si effettueranno rilievi batimetrici ad alta risoluzione per ottenere immagini dettagliate del fondale marino.

La campagna FARO, coordinata da Giorgio Castellan del CNR-ISMAR, e Valentina Lauria del CNR IRBIM di Mazara del Vallo,   vede la partecipazione di un team multidisciplinare di esperti provenienti da diversi istituti di ricerca italiani, tra cui il CNR-Ismar, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e l’Università di Bari. Per il CNR IRBIM a bordo anche Vincent Georges e Matteo Barbato della sede di Mazara del Vallo e Adriana Profeta della sede IRBIM di Messina.

Le attività previste si inseriscono nel p contesto delle politiche europee per la conservazione della biodiversità marina, in linea con gli obiettivi della Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030 e con la recente approvazione della Legge sul ripristino della natura. La campagna è sostenuta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nell’ambito delle attività del Centro Nazionale per la Biodiversità (NBFC).

Mortalità di massa del mosciolo selvatico del Conero

I ricercatori del CNR IRBIM di Ancona hanno documentato un drastico evento di mortalità di massa del mosciolo selvatico (il nome locale che viene dato ai mitili o cozze: Mytilus galloprovincialis) lungo la riviera del Conero. L’evento è successivo al verificarsi di prolungate ondate di calore marine, registrate dalle boe del CNR IRBIM, con picchi di temperatura del mare superiori ai 30 gradi centigradi e fenomeni estesi di mucillagine. La massiccia mortalità di questi mitili ha destato profonda preoccupazione tra gli esperti e la popolazione locale. La Rete Osservativa Meteo Marina del CNR-IRBIM, composta da boe e mede nel mare Adriatico, ha consentito di registrare le eccezionalmente elevate e prolungate temperature dell’acqua. Non si hanno ancora dati certi sull’estensione del fenomeno, ma l’evento non sembra essere circoscritto alla sola zona di Ancona e si segnalano morie di massa in diverse aree del Mare Adriatico, sia a carico di popolazioni selvatiche che di popolazioni allevate. La scomparsa del mosciolo nell’area del Monte Conero rappresenta una perdita per la gastronomia locale, con risvolti socio-economici e culturali, essendo la pesca del mosciolo parte integrante della storia e delle tradizioni locali. Allo stesso tempo, rappresenta anche un segnale allarmante per l’intero ecosistema costiero. Il mitilo, infatti, svolge un ruolo fondamentale nella depurazione delle acque e nella regolazione delle comunità marine, e la sua scomparsa potrebbe avere ripercussioni significative sulla biodiversità e la funzionalità degli ecosistemi costieri. La moria dei moscioli nell’area del Conero è dunque un campanello d’allarme che ci ricorda l’importanza di proteggere il nostro ambiente marino, da qui anche l’impegno del CNR IRBIM nel sostenere le istituzioni e i cittadini ad affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e nel garantire la sostenibilità delle nostre risorse marine. Il video, ideato da Ernesto Azzurro, Luca Bolognini e Gian Marco Luna, è disponibile qui .

Al fine di stimare l’estensione del fenomeno, il CNR-IRBIM invita le imprese del settore e tutti i cittadini che hanno osservato mortalità di mitili a comunicarle attraverso un apposito questionario on line disponibile qui.

Campagna PELASeam sulla nave CNR-Gaia Blu

Lunedì  23 luglio 2024 è cominciata la campagna “PELASeam” Pelagic Sea Mountain coordinata da Fabio Campanella insieme ad Andrea Miccoli del CNR-Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine di Ancona. La campagna durerà circa due settimane con l’obiettivo di esplorare la produttività pelagica, la biodiversità e i ruoli ecologici di due montagne sottomarine nel Mar Tirreno, “Vercelli”e “Vavilov”. Nella campagna sono coinvolti numerosi ricercatori e ricercatrici delle varie sedi del CNR IRBIM, ovvero: Martina Scanu, Daniel Li Veli, Federico Calí, Sara Bonanomi, Alessandra Campanelli, Giuseppe Caccamo, Rocco De Marco, Claudia Sacchetti, Gaspare Avanzato, Monica Panfili, Luca Bolognini, Deborah D’Angelo e Maria Chiara Catta. La campagna è frutto della collaborazione con il CNR-ISMAR – Istituto di Scienze Marine, CNR-ISP – Istituto di Scienze Polari, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Palermo e l’ OGS -Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, grazie anche al supporto tecnico dell’Università di Padova. In prossimità delle due montagne sommerse, saranno raccolti campioni per l’analisi della componente chimica e fisica dell’acqua e campioni biologici attraverso retini da plancton, per esaminare la biodiversità a vari livelli della catena alimentare marina. A bordo della Gaia Blu verranno effettuate osservazioni acustiche, ottiche e visive per studiare la fauna marina e le sue interazioni, e grossi volumi di acqua saranno filtrati a bordo per lo studio della comunità animale presente nelle immediate vicinanze di queste montagne, tramite analisi del DNA ambientale. Le informazioni contribuiranno a una maggiore comprensione delle montagne sottomarine e del loro ruolo nel sostenere la biodiversità marina: questo permetterà anche di sviluppare strategie per la gestione sostenibile delle risorse, il tutto sotto l’egida del NBFC-National Biodiversity Future Centre.

Sostenibilità e resilienza della pesca italiana nel Mediterraneo in cambiamento

Il Mare Mediterraneo, caratterizzato da una biodiversità unica e una lunga storia peschereccia oggi si confronta con una serie di pressioni ambientali e socio-economiche. Il cambiamento climatico sta alterando i pattern di distribuzione delle specie marine, con impatti significativi sulla loro abbondanza e disponibilità. La sovrappesca, l’inquinamento costiero e l’urbanizzazione delle aree marine sono ulteriori minacce che mettono a rischio la salute degli ecosistemi marini e la sostenibilità delle attività di pesca. L’Italia, che possiede una delle più antiche tradizioni di pesca nel Mediterraneo, si trova al centro di questi cambiamenti, cercando di bilanciare la conservazione delle risorse marine con le esigenze di una pesca che sia al contempo economica e sostenibile. I ricercatori di IRBIM sono da anni impegnati nella valutazione delle risorse da pesca per garantire la resilienza a lungo termine del settore e la sostenibilità delle specie chiave. Durante il 53° congresso SIBM tenutosi presso la sede centrale del CNR di Roma, nel corso della sessione dedicata agli “Impatti Ambientali”, Fabio Fiorentino (dirigente di ricerca presso IRBIM CNR di Mazara del vallo) ha  esposto una presentazione sulla tematica “Sostenibilità e resilienza della pesca italiana nel Mediterraneo in cambiamento”. Data la tematica di interesse e grazie alla concessione del Dott.Fabio Fiorentino, le slide sono pubblicate al link precedente per renderle disponibili a tutti i ricercatori IRBIM e agli altri soggetti interessati.

 

Corso IRBIM su scrittura scientifica e gestione di elementi bibliografici

Dal 28 al 30 Maggio 2024 la sede IRBIM di Lesina ha ospitato la prima edizione del “Corso pratico su scrittura scientifica e gestione di elementi bibliografici” pensato e dedicato a membri dell’Istituto. Il corso, della durata complessiva di 16 ore, ha combinato lezioni teoriche (4 ore) con esercitazioni pratiche (12 ore), offrendo ai partecipanti una panoramica completa e aggiornata sulle migliori pratiche per la gestione efficace delle fonti bibliografiche e delle citazioni nella stesura di rapporti e articoli scientifici. Il corso si è articolato in tre moduli principali, strutturati per fornire ai partecipanti le conoscenze e gli strumenti necessari per affrontare ogni fase del processo di scrittura scientifica:

  • pre-scrittura, con ricerca e gestione della bibliografia utilizzo di parole chiave e operatori Boleani per rendere efficace la ricerca;
  • scrittura, con creazione di una bibliografia solida e originale, Cite-while-writing in word e Latex, autovalutazione di plagio;
  • post-scrittura, valutazione di riviste scientifiche e selezione della sede di pubblicazione più idonea, analisi di metriche e indicatori di impatto.

Oltre alle lezioni frontali e alle esercitazioni pratiche, il corso ha incluso momenti di condivisione e confronto tra i partecipanti, con pranzi e pause caffè organizzati, dal personale della sede di Lesina, per favorire l’interazione tra i partecipanti provenienti da diverse sedi dell’IRBIM, creando un ambiente di apprendimento collaborativo e stimolante. Il Comitato scientifico e organizzativo è stato composto da: Manuela Coci, Andrea Miccoli, Paolo Pezzutto, Antonella Specchiulli, Primiano Schiavone, Marco D’Adduzio e Gian Marco Luna. Il corso ha rappresentato un’occasione preziosa per i ricercatori dell’IRBIM di approfondire le proprie conoscenze e competenze in materia di comunicazione scientifica. Il corso ha inoltre fornito ai partecipanti gli strumenti necessari per produrre articoli scientifici di alta qualità, conformi agli standard internazionali di pubblicazione e per aumentare le proprie probabilità di successo nel competitivo panorama della ricerca. É possibile scaricare il programma e contattare gli organizzatori per interesse, informazioni ad eventuali altre edizioni.

In ricordo di Marino Vacchi

Lo scorso 11 giugno, all’età di 74 anni è mancato a Genova Marino Vacchi. È stato un fine ittiologo, ricercatore accurato, formato alla scuola genovese della biologia marina italiana.

Marino, sotto la guida di Dino Levi, ed insieme a Alvaro Abella, Patrizia Jereb, Sergio Ragonese e Franco Andaloro, ha costituito al CNR di Mazara del Vallo uno dei nuclei fondanti della biologia della pesca italiana, sviluppando sin dal 1985 gli approcci basati su campagne di pesca sperimentale, i trawl surveys, e la dinamica di popolazione per valutare lo stato delle risorse demersali della pesca italiana.

Uno dei suoi primi lavori a Mazara sulla maturità sessuale del gambero rosso Aristaeomorpha foliacea nello Stretto di Sicilia, scritto insieme a Dino Levi, ma in cui è riconoscibile il background scientifico maturato a Genova, è ancora un utile riferimento per la tematica in Mediterraneo. Ha partecipato alle prime campagne di pesca nello Stretto di Sicilia sin dalla primavera del 1985, contribuendo alla costituzione della serie storica sulla distribuzione, abbondanza e demografia delle risorse demersali tra le più importanti del Mediterraneo.  Un altro nucleo fondante, maggiormente orientato verso le risorse pelagiche e la tecnologia della pesca, è stato quello di Ancona. Entrambe le sedi, confluite nell’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine (IRBIM) costituiscono attualmente elementi portanti delle scienze della pesca in Mediterraneo.

L’esperienza maturata a Mazara del Vallo in questa prima fase della sua carriera professionale ha fornito a Marino un’importante occasione per approfondire le conoscenze sugli elasmobranchi già maturate sin dai tempi della tesi di laurea su un piccolo squalo batiale, Etmopterus spinax. Con il tempo Marino è diventato uno dei maggiori esperti di elasmobranchi in Mediterraneo. È stato co-autore della RedList italiana dei pesci cartilaginei, ha dato il suo fondamentale apporto alla compilazione della checklist dei condroitti dei mari italiani ed ha contribuito alle azioni di conservazione di questi pesci vulnerabili alla pressione di pesca sotto l’egida dell’International Union for the Conservation of the Nature (IUCN).

Lasciato il CNR, ha lavorato presso l’ICRAM, partecipando sin dalle prime spedizioni al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide e partecipando attivamente allo studio della biologia degli organismi antartici, con particolare riferimento ai pesci, anche in collaborazione con ricercatori della sede di Ancona di CNR IRBIM. Negli ultimi anni Marino ha lavorato come associato CNR presso l’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino (IAS) a Genova. Spinto da una genuina curiosità naturalistica e da un profondo amore per il mare, in aggiunta a queste importanti specifiche linee di ricerca che lo hanno visto protagonista, Marino ha collaborato con numerosi ricercatori di diverse discipline tutte legate alla biologia ed ecologia marina, come testimoniato dalla sua vasta produzione scientifica e divulgativa.

Con la sua scomparsa, abbiamo perduto un collega capace sia di accurate indagini specialistiche che di approcci multidisciplinari alle dinamiche degli ecosistemi marini.

A cura di Pietro Rizzo, Fabrizio Serena, Sergio Vitale, Fabio Fiorentino

Forum Nazionale della Biodiversità organizzato dal National Biodiversity Future Center (NBFC)

Nelle giornate 20, 21 e 22 maggio si è tenuto il Forum Nazionale della Biodiversità, organizzato dal National Biodiversity Future Center (NBFC). Ospiti dell’Università di Palermo, oltre 600 ricercatrici e ricercatori di tutta Italia si sono confrontati su temi sensibili quali la riqualificazione delle aree degradate, la conservazione della natura, il rapporto tra natura e benessere e lo sviluppo di strumenti efficaci per prevenire la perdita della biodiversità.  Lo scopo ultimo del NBFC è infatti conservare, ripristinare, monitorare e valorizzare la biodiversità italiana e mediterranea. Nelle due giornate, le sessioni plenarie hanno accolto le relazioni di ricercatori italiani esperti sulle seguenti tematiche: Lo stato della biodiversità in Italia, Minacce alla biodiversità, Specie Invasive e endemiche, Ripristino della Biodiversità, Tecnologie innovative per il Monitoraggio della biodiversità. Ad esse sono seguite le presentazioni di 5 minuti di una selezione di poster. Inoltre, in sessioni parallele si sono svolte tavole rotonde su Valorizzazione della biodiversità: Bioprospezione per la salute umana e Biodiversità per le attività produttive; Ricerca e innovazione in biodiversità in NBFC; e tavoli tecnici su: Conservation, Citizen Citizen Science e Biodiversity Expert. Nella fase finale sono stati consegnati dei premi come “riconoscimento alla carriera” per scienziati e scienziate di chiara fama, sono stati premiati i 15 migliori poster e consegnati i riconoscimenti ai capi degli 8 Spoke tra cui il Direttore IRBIM Gian Marco Luna, capo dello Spoke 2 insieme alla collega Prof.ssa Maria Chiara Chiantore.  Presenti all’evento anche la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, i responsabili delle sedi IRBIM Luca Bolognini e Sergio Vitale e diversi ricercatori IRBIM dalle sedi di Mazara Del Vallo, Ancona e Messina. Durante le giornate la comunità scientifica italiana ha condiviso i risultati più significativi delle ultime ricerche sul tema della biodiversità e davanti agli oltre 300 poster si sono tenuti ricchi scambi di esperienze e possibili collaborazioni. Infine nella giornata del 22 Maggio, riconosciuta a livello mondiale come “International day for Biological Diversity”,  è stato presentato il Gateway della biodiversità, una porta di accesso e connessione dedicato al supporto della progettazione di concrete collaborazioni scientifiche e tecnologiche internazionali che riguardino il Mediterraneo. Tra i promotori del Gateway – NBFC oltre all’Università di Palermo e l’Arpa, il CNR riveste un ruolo fondamentale in quanto coordinatore del progetto.  É possibile rivedere l’evento sul canale dell’NBFC e trovare il programma dettagliato, il materiale informativo e i poster presentati sulla pagina di NBFC dedicata al Forum Nazionale della Biodiversità 2024.

Programma Nazionale Raccolta Dati Alieutici

Il Programma Nazionale Raccolta Dati Alieutici (PNRDA), di cui IRBIM CNR è coordinatore, prevede la raccolta e gestione dei dati biologici, ambientali, tecnici e socioeconomici necessari ai fini della gestione della pesca. È formulato ai sensi della legislazione comunitaria di riferimento, che istituisce un quadro comunitario per la raccolta, la gestione e l’uso di dati nel settore della pesca e un sostegno alla consulenza scientifica relativa alla politica comune della pesca (Data Collection Framework – Regulation (EU) 2017/1004). L’acquisizione e la gestione di tali dati beneficiano del finanziamento a titolo del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Lo scopo fondamentale di questo Programma è fornire all’amministrazione nazionale ed a quella europea, nonché agli organismi di gestione della pesca a livello regionale come la Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo (GFCM) e la Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico (ICCAT), dati biologici, ambientali, tecnici e socio-economici e strumenti adeguati per intraprendere interventi di programmazione ed adottare misure di gestione in linea con la Politica Comune della Pesca (PCP). I dati da raccogliere coprono un ampio ventaglio di tematiche (biologiche, tecniche, ambientali e socioeconomiche) ed attività (pesca professionale, ricreativa, sportiva e diverse tipologie di attrezzi e modalità da pesca). Il piano di lavoro include le procedure ed i metodi da utilizzare per la raccolta e l’analisi dei dati nonché per la stima della loro accuratezza e precisione. I protocolli e i metodi di raccolta e di monitoraggio dei dati sono conformi alle norme di qualità stabilite dagli organismi scientifici internazionali e dalle organizzazioni regionali di gestione della pesca.

Per l’annualità 2024 l’avvio al programma è stato dato attraverso il Kick off meeting che si è svolto, presso la Sala Marconi della sede centrale del Cnr. Durante il meeting sono state presentate le attività previste per l’anno 2024 e alcune procedure tecniche-amministrative della Raccolta Dati; si è discusso inoltre della strutturazione del lavoro in Gruppi di Lavoro tematici. Al meeting di Roma hanno partecipato rappresentanti del Cnr-Irbim dalle sedi di Ancona, Messina e Mazara del Vallo, tra cui il Direttore Gian Marco Luna e il coordinatore del PLNRDA Enrico Arneri, della sede di Ancona. Presenti in sala per i saluti iniziali la Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, il Direttore del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente (Cnr-Dsstta) Fabio Trincardi, e la Dirigente del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Maria Vittoria Briscolini. Presenti anche numerosi rappresentanti dei partner del programma, quali AGER-Coldiretti, CIBM, Cnr-Ias, Cnr-Irea, Cnr-Irpps, COISPA, CONISMA, Federpesca, NISEA, Oceanis, Retemare e UNIMAR.

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