Innovative and sustainable processes for the development of Vitamin D nutraceutical from fish waste: extraction, formulation and clinical study for the evaluation of its bioavailability and clinical equivalence
La crisi pandemica legata al Covid-19 sottolinea l’importanza di uno stile di vita sano e di una dieta adeguata, incluse le sostanze preventive contro malattie, come le infezioni virali.
La bioeconomia rappresenta un modello di crescita territoriale sostenibile e resiliente che garantisce il recupero di prodotti ad alto valore aggiunto da risorse biologiche rinnovabili, come i sottoprodotti dell’industria ittica.
La vitamina D si trova in due forme, D2 (ergocalciferolo) e D3 (colecalciferolo), con la D3 che è la forma primaria di immagazzinamento per tutte le specie di pesce, rendendole un’ottima fonte di vitamina D3 per gli esseri umani.
Il progetto punta a utilizzare i rifiuti della produzione ittica per estrarre, arricchire, caratterizzare e formulare nutraceutici a base di vitamina D3, studiandone la farmacocinetica e la bioequivalenza in uno studio clinico.
Tecniche come l’estrazione assistita a microonde (MAE) e l’estrazione assistita ad ultrasuoni (UAE) saranno studiate per estrarre la vitamina D dai rifiuti ittici, mentre trattamenti biotecnologici utilizzeranno enzimi proteolitici e lipasi sulla materia prima per ottenere migliori rese di vitamina D.
Considerando la crescente consapevolezza sull’importanza della vitamina D e l’alta prevalenza della sua carenza (40% in Europa), i rifiuti ittici potrebbero costituire materie prime ideali per la preparazione di nutraceutici di vitamina D in modo sostenibile.
Fornire informazioni chiave sulla biodiversità e gli ecosistemi marini del Mar Mediterraneo Centrale - Stretto di Sicilia, i servizi ecosistemici forniti, le attività umane e le pressioni dovute alle attività antropiche ed al cambiamento climatico.
Monitoraggio di piattaforme nel Mare Adriatico finalizzato a verificare gli eventuali effetti a seguito dello scarico in mare delle acque di produzione derivanti da piattaforme offshore e dell’assenza di pericoli per le acque e per gli ecosistemi acquatici.
Le attività di ricerca dell’Istituto vengono condotte nell’ambito di progetti di ricerca, sviluppo ed innovazione, sia di carattere nazionale che internazionale, a valere su programmi di finanziamento a regia regionale (POR FEAMPA - Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo Affari Marittimi Pesca e Acquacoltura e POR FESR - Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) o ministeriale (PRIN – Progetti di rilevante interesse nazionale, PNRA - Programma nazionale di ricerca in Antartide, PO FEAMPA - Programma Operativo Nazionale Fondo Europeo Affari Marittimi Pesca e Acquacoltura), programmi per la Cooperazione Territoriale Europea (Interreg), programmi di finanziamento diretto della Commissione Europea (Horizon2020 ed Horizon Europe, Life, JPI - Joint Programming Initiatives, ERA-NET Cofund) ed iniziative di collaborazione tematica gestite da organizzazioni internazionali quali, ad esempio, la FAO – GFCM (General Fisheries Commission for the Mediterranean). L’Istituto sviluppa anche progetti finanziati nell’ambito di collaborazioni con imprese private nei settori della blue economy nonché del trasferimento tecnologico e dei risultati della ricerca. I progetti di ricerca, prevalentemente di carattere collaborativo, vengono sviluppati attraverso un’ampia rete di partner che includono la maggiori Istituzioni di Ricerca ed Università italiane ed estere.