Giuseppe Caccamo
Collaboratore Tecnico E.R.
Ancona
La crisi pandemica legata al Covid-19 sottolinea l’importanza di uno stile di vita sano e di una dieta adeguata, incluse le sostanze preventive contro malattie, come le infezioni virali.
La bioeconomia rappresenta un modello di crescita territoriale sostenibile e resiliente che garantisce il recupero di prodotti ad alto valore aggiunto da risorse biologiche rinnovabili, come i sottoprodotti dell’industria ittica.
La vitamina D si trova in due forme, D2 (ergocalciferolo) e D3 (colecalciferolo), con la D3 che è la forma primaria di immagazzinamento per tutte le specie di pesce, rendendole un’ottima fonte di vitamina D3 per gli esseri umani.
Il progetto punta a utilizzare i rifiuti della produzione ittica per estrarre, arricchire, caratterizzare e formulare nutraceutici a base di vitamina D3, studiandone la farmacocinetica e la bioequivalenza in uno studio clinico.
Tecniche come l’estrazione assistita a microonde (MAE) e l’estrazione assistita ad ultrasuoni (UAE) saranno studiate per estrarre la vitamina D dai rifiuti ittici, mentre trattamenti biotecnologici utilizzeranno enzimi proteolitici e lipasi sulla materia prima per ottenere migliori rese di vitamina D.
Considerando la crescente consapevolezza sull’importanza della vitamina D e l’alta prevalenza della sua carenza (40% in Europa), i rifiuti ittici potrebbero costituire materie prime ideali per la preparazione di nutraceutici di vitamina D in modo sostenibile.
Referente:
Programma: PRIN22
Durata: Ottobre 12, 2023 - Ottobre 11, 2025
Budget: 261.203,00 €
Budget IRBIM: 56.238,00 €
Contatto: emanuela.frapiccini@cnr.it
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