Il 24 settembre presso l’Aula Azzurra “Mario Giordano” del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (DISVA) dell’Università Politecnica delle Marche, si è tenuta la quinta edizione del workshop annuale “Moby Litter“. L’evento, incentrato sul persistente problema dell’inquinamento da plastica negli oceani, ha offerto un’importante piattaforma di confronto tra ricercatori, enti governativi, società civile, aziende innovative e istituti scolastici. La campionessa di apnea Ilaria Molinari ha inaugurato il workshop con un toccante intervento intitolato “Profonda Plastica”, sottolineando l’impatto profondo di questo problema ambientale. Il Rettore, il Prof. Gian Luca Gregori, ha ribadito l’importanza strategica di “Moby Litter” per l’Ateneo, sottolineando come l’evento stimoli una riflessione approfondita sulle cause, gli effetti e le possibili soluzioni all’inquinamento da plastica, promuovendo un approccio transdisciplinare. Quest’anno, il workshop ha adottato un approccio ancora più ampio, integrando la ricerca scientifica con l’arte e l’azione concreta. Tra i relatori, Daniele Silvetti (Sindaco di Ancona), Vincenzo Vitale (Direttore marittimo delle Marche e Comandante della Capitaneria di Porto di Ancona) e molti altri rappresentanti di istituzioni accademiche e di ricerca. Per il CNR -IRBIM il direttore Gian Marco Luna ha aperto con i saluti istituzionali e la collega Elisa Punzo della sede di Ancona, ha tenuto una presentazione dal titolo: “Marine Litter, sfide e opportunità nell’ambito della Blue Growth”. L’evento, inserito nel programma SHARPER – Notte Europea dei Ricercatori, finanziato dalla Commissione Europea, ha offerto un’opportunità unica per approfondire le conoscenze sull’inquinamento da plastica e per discutere di possibili strategie di mitigazione. A questo link la locandina dell’evento con il dettaglio degli interventi.
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Campagna FARO – Fishing impacts on Isidella elongata vulnerable marine ecosystems
18 Settembre 2024. È partita dal porto di Catania la campagna oceanografica FARO (Fishing impacts on Isidella elongata vulnerable marine ecosystems) a bordo della nave ricerca “Gaia Blu” del Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’iniziativa, finalizzata alla tutela e alla valorizzazione degli ecosistemi marini profondi, ha come obiettivo primario l’identificazione e la mappatura dei cosiddetti “soft-bottom coral gardens”, habitat di pregio caratterizzati dalla presenza del corallo nero Isidella elongata, specie classificata come “criticamente minacciata” dalla IUCN.
Attraverso l’impiego di avanzati sistemi di telemetria subacquea, i ricercatori a bordo della nave esploreranno i fondali marini del Canale di Sicilia, raccogliendo dati cruciali per la comprensione della biodiversità associata a questi delicati ecosistemi e per valutare l’impatto delle attività antropiche. In particolare, si utilizzeranno modelli predittivi per individuare le aree di potenziale presenza del corallo nero e si effettueranno rilievi batimetrici ad alta risoluzione per ottenere immagini dettagliate del fondale marino.
La campagna FARO, coordinata da Giorgio Castellan del CNR-ISMAR, e Valentina Lauria del CNR IRBIM di Mazara del Vallo, vede la partecipazione di un team multidisciplinare di esperti provenienti da diversi istituti di ricerca italiani, tra cui il CNR-Ismar, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e l’Università di Bari. Per il CNR IRBIM a bordo anche Vincent Georges e Matteo Barbato della sede di Mazara del Vallo e Adriana Profeta della sede IRBIM di Messina.
Le attività previste si inseriscono nel p contesto delle politiche europee per la conservazione della biodiversità marina, in linea con gli obiettivi della Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030 e con la recente approvazione della Legge sul ripristino della natura. La campagna è sostenuta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nell’ambito delle attività del Centro Nazionale per la Biodiversità (NBFC).
Mortalità di massa del mosciolo selvatico del Conero
I ricercatori del CNR IRBIM di Ancona hanno documentato un drastico evento di mortalità di massa del mosciolo selvatico (il nome locale che viene dato ai mitili o cozze: Mytilus galloprovincialis) lungo la riviera del Conero. L’evento è successivo al verificarsi di prolungate ondate di calore marine, registrate dalle boe del CNR IRBIM, con picchi di temperatura del mare superiori ai 30 gradi centigradi e fenomeni estesi di mucillagine. La massiccia mortalità di questi mitili ha destato profonda preoccupazione tra gli esperti e la popolazione locale. La Rete Osservativa Meteo Marina del CNR-IRBIM, composta da boe e mede nel mare Adriatico, ha consentito di registrare le eccezionalmente elevate e prolungate temperature dell’acqua. Non si hanno ancora dati certi sull’estensione del fenomeno, ma l’evento non sembra essere circoscritto alla sola zona di Ancona e si segnalano morie di massa in diverse aree del Mare Adriatico, sia a carico di popolazioni selvatiche che di popolazioni allevate. La scomparsa del mosciolo nell’area del Monte Conero rappresenta una perdita per la gastronomia locale, con risvolti socio-economici e culturali, essendo la pesca del mosciolo parte integrante della storia e delle tradizioni locali. Allo stesso tempo, rappresenta anche un segnale allarmante per l’intero ecosistema costiero. Il mitilo, infatti, svolge un ruolo fondamentale nella depurazione delle acque e nella regolazione delle comunità marine, e la sua scomparsa potrebbe avere ripercussioni significative sulla biodiversità e la funzionalità degli ecosistemi costieri. La moria dei moscioli nell’area del Conero è dunque un campanello d’allarme che ci ricorda l’importanza di proteggere il nostro ambiente marino, da qui anche l’impegno del CNR IRBIM nel sostenere le istituzioni e i cittadini ad affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e nel garantire la sostenibilità delle nostre risorse marine. Il video, ideato da Ernesto Azzurro, Luca Bolognini e Gian Marco Luna, è disponibile qui .
Al fine di stimare l’estensione del fenomeno, il CNR-IRBIM invita le imprese del settore e tutti i cittadini che hanno osservato mortalità di mitili a comunicarle attraverso un apposito questionario on line disponibile qui.
Campagna PELASeam sulla nave CNR-Gaia Blu
Sostenibilità e resilienza della pesca italiana nel Mediterraneo in cambiamento
Il Mare Mediterraneo, caratterizzato da una biodiversità unica e una lunga storia peschereccia oggi si confronta con una serie di pressioni ambientali e socio-economiche. Il cambiamento climatico sta alterando i pattern di distribuzione delle specie marine, con impatti significativi sulla loro abbondanza e disponibilità. La sovrappesca, l’inquinamento costiero e l’urbanizzazione delle aree marine sono ulteriori minacce che mettono a rischio la salute degli ecosistemi marini e la sostenibilità delle attività di pesca. L’Italia, che possiede una delle più antiche tradizioni di pesca nel Mediterraneo, si trova al centro di questi cambiamenti, cercando di bilanciare la conservazione delle risorse marine con le esigenze di una pesca che sia al contempo economica e sostenibile. I ricercatori di IRBIM sono da anni impegnati nella valutazione delle risorse da pesca per garantire la resilienza a lungo termine del settore e la sostenibilità delle specie chiave. Durante il 53° congresso SIBM tenutosi presso la sede centrale del CNR di Roma, nel corso della sessione dedicata agli “Impatti Ambientali”, Fabio Fiorentino (dirigente di ricerca presso IRBIM CNR di Mazara del vallo) ha esposto una presentazione sulla tematica “Sostenibilità e resilienza della pesca italiana nel Mediterraneo in cambiamento”. Data la tematica di interesse e grazie alla concessione del Dott.Fabio Fiorentino, le slide sono pubblicate al link precedente per renderle disponibili a tutti i ricercatori IRBIM e agli altri soggetti interessati.
In ricordo di Marino Vacchi
Lo scorso 11 giugno, all’età di 74 anni è mancato a Genova Marino Vacchi. È stato un fine ittiologo, ricercatore accurato, formato alla scuola genovese della biologia marina italiana.
Marino, sotto la guida di Dino Levi, ed insieme a Alvaro Abella, Patrizia Jereb, Sergio Ragonese e Franco Andaloro, ha costituito al CNR di Mazara del Vallo uno dei nuclei fondanti della biologia della pesca italiana, sviluppando sin dal 1985 gli approcci basati su campagne di pesca sperimentale, i trawl surveys, e la dinamica di popolazione per valutare lo stato delle risorse demersali della pesca italiana.
Uno dei suoi primi lavori a Mazara sulla maturità sessuale del gambero rosso Aristaeomorpha foliacea nello Stretto di Sicilia, scritto insieme a Dino Levi, ma in cui è riconoscibile il background scientifico maturato a Genova, è ancora un utile riferimento per la tematica in Mediterraneo. Ha partecipato alle prime campagne di pesca nello Stretto di Sicilia sin dalla primavera del 1985, contribuendo alla costituzione della serie storica sulla distribuzione, abbondanza e demografia delle risorse demersali tra le più importanti del Mediterraneo. Un altro nucleo fondante, maggiormente orientato verso le risorse pelagiche e la tecnologia della pesca, è stato quello di Ancona. Entrambe le sedi, confluite nell’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine (IRBIM) costituiscono attualmente elementi portanti delle scienze della pesca in Mediterraneo.
L’esperienza maturata a Mazara del Vallo in questa prima fase della sua carriera professionale ha fornito a Marino un’importante occasione per approfondire le conoscenze sugli elasmobranchi già maturate sin dai tempi della tesi di laurea su un piccolo squalo batiale, Etmopterus spinax. Con il tempo Marino è diventato uno dei maggiori esperti di elasmobranchi in Mediterraneo. È stato co-autore della RedList italiana dei pesci cartilaginei, ha dato il suo fondamentale apporto alla compilazione della checklist dei condroitti dei mari italiani ed ha contribuito alle azioni di conservazione di questi pesci vulnerabili alla pressione di pesca sotto l’egida dell’International Union for the Conservation of the Nature (IUCN).
Lasciato il CNR, ha lavorato presso l’ICRAM, partecipando sin dalle prime spedizioni al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide e partecipando attivamente allo studio della biologia degli organismi antartici, con particolare riferimento ai pesci, anche in collaborazione con ricercatori della sede di Ancona di CNR IRBIM. Negli ultimi anni Marino ha lavorato come associato CNR presso l’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino (IAS) a Genova. Spinto da una genuina curiosità naturalistica e da un profondo amore per il mare, in aggiunta a queste importanti specifiche linee di ricerca che lo hanno visto protagonista, Marino ha collaborato con numerosi ricercatori di diverse discipline tutte legate alla biologia ed ecologia marina, come testimoniato dalla sua vasta produzione scientifica e divulgativa.
Con la sua scomparsa, abbiamo perduto un collega capace sia di accurate indagini specialistiche che di approcci multidisciplinari alle dinamiche degli ecosistemi marini.
A cura di Pietro Rizzo, Fabrizio Serena, Sergio Vitale, Fabio Fiorentino
Forum Nazionale della Biodiversità organizzato dal National Biodiversity Future Center (NBFC)
Nelle giornate 20, 21 e 22 maggio si è tenuto il Forum Nazionale della Biodiversità, organizzato dal National Biodiversity Future Center (NBFC). Ospiti dell’Università di Palermo, oltre 600 ricercatrici e ricercatori di tutta Italia si sono confrontati su temi sensibili quali la riqualificazione delle aree degradate, la conservazione della natura, il rapporto tra natura e benessere e lo sviluppo di strumenti efficaci per prevenire la perdita della biodiversità. Lo scopo ultimo del NBFC è infatti conservare, ripristinare, monitorare e valorizzare la biodiversità italiana e mediterranea. Nelle due giornate, le sessioni plenarie hanno accolto le relazioni di ricercatori italiani esperti sulle seguenti tematiche: Lo stato della biodiversità in Italia, Minacce alla biodiversità, Specie Invasive e endemiche, Ripristino della Biodiversità, Tecnologie innovative per il Monitoraggio della biodiversità. Ad esse sono seguite le presentazioni di 5 minuti di una selezione di poster. Inoltre, in sessioni parallele si sono svolte tavole rotonde su Valorizzazione della biodiversità: Bioprospezione per la salute umana e Biodiversità per le attività produttive; Ricerca e innovazione in biodiversità in NBFC; e tavoli tecnici su: Conservation, Citizen Citizen Science e Biodiversity Expert. Nella fase finale sono stati consegnati dei premi come “riconoscimento alla carriera” per scienziati e scienziate di chiara fama, sono stati premiati i 15 migliori poster e consegnati i riconoscimenti ai capi degli 8 Spoke tra cui il Direttore IRBIM Gian Marco Luna, capo dello Spoke 2 insieme alla collega Prof.ssa Maria Chiara Chiantore. Presenti all’evento anche la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, i responsabili delle sedi IRBIM Luca Bolognini e Sergio Vitale e diversi ricercatori IRBIM dalle sedi di Mazara Del Vallo, Ancona e Messina. Durante le giornate la comunità scientifica italiana ha condiviso i risultati più significativi delle ultime ricerche sul tema della biodiversità e davanti agli oltre 300 poster si sono tenuti ricchi scambi di esperienze e possibili collaborazioni. Infine nella giornata del 22 Maggio, riconosciuta a livello mondiale come “International day for Biological Diversity”, è stato presentato il Gateway della biodiversità, una porta di accesso e connessione dedicato al supporto della progettazione di concrete collaborazioni scientifiche e tecnologiche internazionali che riguardino il Mediterraneo. Tra i promotori del Gateway – NBFC oltre all’Università di Palermo e l’Arpa, il CNR riveste un ruolo fondamentale in quanto coordinatore del progetto. É possibile rivedere l’evento sul canale dell’NBFC e trovare il programma dettagliato, il materiale informativo e i poster presentati sulla pagina di NBFC dedicata al Forum Nazionale della Biodiversità 2024.
Programma Nazionale Raccolta Dati Alieutici
Il Programma Nazionale Raccolta Dati Alieutici (PNRDA), di cui IRBIM CNR è coordinatore, prevede la raccolta e gestione dei dati biologici, ambientali, tecnici e socioeconomici necessari ai fini della gestione della pesca. È formulato ai sensi della legislazione comunitaria di riferimento, che istituisce un quadro comunitario per la raccolta, la gestione e l’uso di dati nel settore della pesca e un sostegno alla consulenza scientifica relativa alla politica comune della pesca (Data Collection Framework – Regulation (EU) 2017/1004). L’acquisizione e la gestione di tali dati beneficiano del finanziamento a titolo del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Lo scopo fondamentale di questo Programma è fornire all’amministrazione nazionale ed a quella europea, nonché agli organismi di gestione della pesca a livello regionale come la Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo (GFCM) e la Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico (ICCAT), dati biologici, ambientali, tecnici e socio-economici e strumenti adeguati per intraprendere interventi di programmazione ed adottare misure di gestione in linea con la Politica Comune della Pesca (PCP). I dati da raccogliere coprono un ampio ventaglio di tematiche (biologiche, tecniche, ambientali e socioeconomiche) ed attività (pesca professionale, ricreativa, sportiva e diverse tipologie di attrezzi e modalità da pesca). Il piano di lavoro include le procedure ed i metodi da utilizzare per la raccolta e l’analisi dei dati nonché per la stima della loro accuratezza e precisione. I protocolli e i metodi di raccolta e di monitoraggio dei dati sono conformi alle norme di qualità stabilite dagli organismi scientifici internazionali e dalle organizzazioni regionali di gestione della pesca.
Per l’annualità 2024 l’avvio al programma è stato dato attraverso il Kick off meeting che si è svolto, presso la Sala Marconi della sede centrale del Cnr. Durante il meeting sono state presentate le attività previste per l’anno 2024 e alcune procedure tecniche-amministrative della Raccolta Dati; si è discusso inoltre della strutturazione del lavoro in Gruppi di Lavoro tematici. Al meeting di Roma hanno partecipato rappresentanti del Cnr-Irbim dalle sedi di Ancona, Messina e Mazara del Vallo, tra cui il Direttore Gian Marco Luna e il coordinatore del PLNRDA Enrico Arneri, della sede di Ancona. Presenti in sala per i saluti iniziali la Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, il Direttore del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente (Cnr-Dsstta) Fabio Trincardi, e la Dirigente del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Maria Vittoria Briscolini. Presenti anche numerosi rappresentanti dei partner del programma, quali AGER-Coldiretti, CIBM, Cnr-Ias, Cnr-Irea, Cnr-Irpps, COISPA, CONISMA, Federpesca, NISEA, Oceanis, Retemare e UNIMAR.
Simposio “Cambiamento della Biodiversità nell’ Antropocene: priorità nella ricerca”
Nelle giornate del 10 e 11 aprile 2024 presso il Fano Marine Center si è tenuto il Simposio “Cambiamento della Biodiversità nell’Antropocene: priorità nella ricerca”, un proficuo momento di incontro tra gli esperti che si occupano di biodiversità in Italia, sia in ambito terrestre che acquatico. La keynote lecture di Grégoire Dubois, responsabile del Knowledge Centre for Biodiversity (KCBD), Joint Research Centre della Commissione Europea, Ispra (VA) ha introdotto il tema del “Reverting biodiversity loss by 2030: all for one policy and one for all policies!“. Si sono quindi susseguite 46 comunicazioni orali articolate su due giorni e in tre sessioni: gli esempi del cambiamento; le previsioni del cambiamento; gli strumenti, le azioni e la gestione del cambiamento (monitoring, predicting, managing and young perspectives). Una specifica sessione, il “PhD spot”, è stata dedicata ai dottorandi finanziati e co-finanziati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per consentire anche ai più giovani tra i ricercatori di confrontarsi sul tema chiave del cambiamento della Biodiversità. Le comunicazioni poster hanno raggiunto il totale di 78 contributi anche essi articolati nelle tre sessioni. Nell’ottica della condivisione completa dei contenuti, la pagina web del simposio contiene: l’agenda dettagliata, la registrazione dell’evento e di tutte le comunicazioni scientifiche orali e da essa è possibile consultare anche tutti i poster presentati al simposio. L’organizzazione è stata a cura del Gruppo di Lavoro (GdL) Biodiversità del CNR e dal CNR-IRBIM di Ancona in collaborazione con il Fano Marine Center, Lifewatch Italia ed il National Biodiversity Future Center. In particolare, per il CNR –IRBIM al comitato organizzatore hanno partecipato Ernesto Azzurro, Sara Bonanomi, Pierluigi Strafella, Marina Chiappi,Fabrizio Moro, Paolo Scarpini, Rocco de Marco, Andrea Miccoli e Mattia Betti. L’evento ha riscosso una grandissima partecipazione con un totale di circa 200 partecipanti in presenza e ben oltre 50 collegamenti da remoto, che hanno avuto modo di confrontarsi sui cambiamenti della biodiversità, intervenendo con domande durante le comunicazioni orali e confrontandosi nella sessione poster aperta in modo permanente nella hall del Fano Marine Centre. La strategia del simposio inoltre prevedeva fin dal momento dell’iscrizione, la raccolta di proposte individuali per migliorare le attività di ricerca sui cambiamenti della biodiversità; tali proposte sono state quindi sottoposte a una vera e propria valutazione da parte di tutti gli iscritti al congresso con votazione in tempo reale. Anche i tavoli tematici sono serviti per elaborare le conclusioni delle singole sessioni e tutte queste esperienze di condivisione e dibattito confluiranno in una lista di raccomandazioni concrete per dare priorità alla ricerca sulla biodiversità. Interrogarsi sullo stato di salute del Pianeta e progettare concretamente la protezione delle risorse naturali sono responsabilità che tutti gli organizzatori e i partecipanti al simposio hanno dimostrato di sentire concretamente. Per maggiori informazioni e aggiornamenti, si consiglia di consultare la pagina del simposio. Photo Courtesy by Fabrizio Lecce (CPM – Centro di Produzione Multimediale – Università del Salento e LifeWatching).
Partecipazione di IRBIM al FISHFORUM 2024
Il CNR-IRBIM ha partecipato al secondo Forum on Fisheries Science in the Mediterranean and the Black Sea (FishForum), il più grande incontro scientifico dedicato alla pesca e alle questioni ad essa correlate. Il FishForum ha lo scopo di promuovere la discussione e la cooperazione tra scienziati e responsabili politici per la produzione di pareri scientifici, al fine di plasmare meglio il futuro della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero e far progredire la regione verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. I ricercatori del CNR IRBIM di Mazara del Vallo Sergio Vitale (Oral presentation) e Umberto Grande (Oral presentation) e di Ancona Alessandro Lucchetti (Oral presentation), Daniel Li Veli (Oral presentation) e Pamela Lattanzi (Poster) si sono uniti agli oltre 400 partecipanti per discutere di ricerca sulla pesca sotto diverse prospettive: oceanografiche, sociali ed economiche, per una gestione efficace della pesca. Tra i colleghi che hanno partecipato al Fishforum anche Enrico Arneri che ha partecipato alla tavola rotonda “Expert roundtable: Fisheries research in the Mediterranean and the Black Sea”. I loro contributi scientifici sono stati ampiamente apprezzati dalla comunità scientifica presente all’evento. Tre sono stati i temi centrali dell’evento: una migliore scienza per una migliore consulenza, mari sani e pesca sostenibile e innovazione economica e tecnica. Oltre a questi, un argomento centrale è stato il cambiamento climatico, una questione di enorme importanza per la pesca ovunque, e in particolare in una regione che si sta riscaldando il 20% più velocemente della media globale. Diversi relatori hanno affrontato aspetti chiave dell’argomento, tra cui come aumentare la conoscenza degli effetti del riscaldamento degli oceani sulla pesca regionale e le potenziali strategie di adattamento disponibili. In particolare, è stato raggiunto un accordo per la creazione di una rete di esperti di clima dedicata alla pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero. Da questo LINK è possibile accedere al programma e ai contenuti del forum.
Infine Jade Millot, una dottoranda francese sotto la supervisione della collega di IRBIM Mazara del Vallo Valentina Lauria, ha vinto per la migliore presentazione nella categoria “Early career scientist” con una comunicazione orale dal titolo “Vulnerable marine ecosystem conservation and spatial planning in the Mediterranean”.