Nuove recenti conoscenze sul sistema idrotermale del complesso vulcanico dell’Isola di Panarea (Arcipelago delle Eolie, Mar Tirreno Meridionale). New recent insights of the hydrothermal system of the Panarea Island (Aeolian Archipelago, South Tyrrhenian Sea).

Spagnoli F; Andaloro F.; Canese S.; Capaccioni B.; Esposito V.; Giordano P.; Romeo T.; Bortoluzzi G.;

A seguito del violento rilascio di gas, verificatosi
nel 2002 e 2003, nell’area prospiciente gli isolotti a est dell’Isola
vulcanica di Panarea, sono state condotte numerose
ricerche per comprendere l’origine, la natura e gli effetti di
queste emissioni. Tali ricerche hanno evidenziato vari punti
di rilascio di gas e fluidi idrotermali ricchi di CO2 nell’area
di mare a est di Panarea e hanno prodotto diverse stime della
CO2 totale rilasciata dal sistema sottomarino a partire dal
post-glaciale ad oggi. Alla luce di questo, l’ISMAR-CNR e
l’ISPRA hanno condotto delle ricerche specifiche tra il 2013
e il 2015 per caratterizzare il campo idrotermale sommerso
compreso tra l’isola di Panarea e l’isolotto di Basiluzzo (NE
di Panarea), dal punto di vista morfologico, biologico e chimico-
fisico, in particolare per ciò che riguarda i flussi bentici
diffusi. Le campagne oceanografiche hanno consentito di individuare
e caratterizzare tre aree con intensa attività idrotermale.
La prima area, situata a Sud-Est dell’isola di Panarea
(Secca dei Pesci), è caratterizzata da un’intensa attività esalativa
di fluidi acidi, ricchi di DIC, a temperatura ambiente ma
con deboli contenuti in metalli. La seconda area, scoperta nel
2015, situata ai piedi della scarpata a Nord-Est dell’isola di
Panarea, è stata denominata Smoking Land per la presenza di
circa 200 camini idrotermali di dimensioni consistenti (1-4 m
di altezza; circa 4 m in media di diametro di base), in parte
attivi e in parte quiescenti. L’ultima area, situata a Nord-Est
degli isolotti DBLP, è caratterizzata da depressioni circolari,
anche esse in parte attive e in parte inattive. In queste ultime
due aree, le misure di flussi bentici disciolti hanno evidenziato
un andamento a macchia di leopardo con rilascio di
fluidi acidi, a temperatura ambiente, ricchi di DIC, Fe e altri
metalli (Mn, Zn, Al). Queste due aree sono localizzate ai margini
di un avvallamento allungato in direzione OSO-ENE.
Esse sono il risultato di una circolazione idrotermale con risalita,
lungo faglie distensive, di gas di origine vulcanica mescolati
ad acqua di mare penetrata nel sottofondo marino.
Adiacenti alle aree attive sono presenti aree inattive, cariche
di gas in sovrappressione per la presenza di uno strato superficiale
di ossidi e idrossidi di Fe che ne impedisce la fuoriuscita,
e aree quiescenti per una degassificazione già
avvenuta. Da questo assetto deriva la necessità di un continuo
monitoraggio atto a prevedere possibili future situazioni
di pericolo per le aree circostanti.


2019 - Articolo in rivista


Memorie descrittive della carta geologica d'Italia 105 (2019) (2019): 85–90.


Keywords: Panarea, fluid emission, hydrothermal fluids, hydrothermal vents, chimneys, mineral deposits, hydrothermal processes, sub-marine volcanism


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