Ancona

La sede di Ancona nasce nel luglio 1968 come Laboratorio di Tecnologie della Pesca (LTP), con competenze scientifiche legate prevalentemente al mondo della pesca in Adriatico. Il 3 luglio 1968, il Presidente del CNR, prof. Vincenzo Caglioti, ed il Presidente dell’Ente Autonomo Fiera delle Pesca, on. Albertino Castellucci, firmano la Convenzione con la quale la Fiera della Pesca di Ancona cede a titolo gratuito i locali che dovevano ospitare il Laboratorio di Tecnologia della Pesca. Alla cerimonia partecipano numerose autorità, tra cui il Presidente della Commissione Oceanografica del CNR, il Presidente del Programma di Ricerche sulle Risorse Marine del CNR e direttore della Direzione Pesca del Ministero della Marina Mercantile (a cui afferiva il settore della pesca), il Segretario Generale dell’Ente Fiera ed il Segretario Generale del CNR. Al Laboratorio viene concessa una dotazione finanziaria per acquistare un natante da ricerca, attrezzature scientifiche e per l’affitto di locali come officina, laboratorio di lavorazione e deposito di reti ed attrezzi da pesca. Nel 1971, la Direzione del Laboratorio viene affidata al prof. Giovanni Bombace, che ne rimarrà Direttore per 25 anni fino al 1996, anno in cui subentra nell’incarico di direzione l’oceanografo Antonio Artegiani. Le prime pionieristiche ricerche del LTP vengono condotte con pescherecci locali presi in affitto, tra cui il m/p d’altura “Luiciotta” (una nave in ferro lunga 30 m) con 8 uomini di equipaggio ed 8 unità di personale da ricerca, che verrà successivamente acquisita dal CNR e rinominata in “Salvatore Lo Bianco” come omaggio al biologo marino della Stazione Zoologica di Napoli. A questa si affianca nel 1971 il battello “Tecnopesca I”, un piccolo battello in legno di m 8 di lunghezza utilizzato per le ricerche costiere, a cui seguirà il “Tecnopesca II” in vetroresina, costruito nel 1989 presso i Cantieri Tecnomatic di Ancona ed ancora oggi in uso al personale della Sede. Anche a seguito del terremoto del 1972, che aveva in parte lesionato i locali in cui era ospitato il LTP, viene decisa la creazione di una nuova e moderna Sede nell’area del Mandracchio, che verrà completata nel 1974/1975. Il progetto si basa su un grande corridoio centrale lungo 75 su cui si affacciano quattro grandi laboratori di circa 50 mq ciascuno e 26 studi; al primo della struttura sono collocate la Biblioteca e la Sala riunioni. Le attività di ricerca vengono organizzate in 4 Reparti: Biologia applicata alla pesca ed Oceanografia, Tecnologia degli attrezzi da pesca, Tecnologia dei natanti da pesca ed Elettronica Applicata. Il personale del Laboratorio non superava allora le 30 unità. Nel 1981, il LTP diventerà Istituto di Ricerche sulla Pesca Marittima (IRPEM). Il 12 Ottobre 2001, per firma del Presidente del CNR Prof. Lucio Bianco, l’IRPEM confluisce in un Istituto di maggiori dimensioni denominato ISMAR – Istituto di Scienze Marine, nato dalla riorganizzazione della rete scientifica del CNR e composto da altre 6 Sedi e Sede principale a Venezia. In questo contesto, la Sede ISMAR di Ancona mantiene una forte tradizione di ricerca scientifica sulla pesca e la gestione degli stock ittici, ma al contempo amplia considerevolmente le sue competenze ed attività divenendo una struttura multidisciplinare con competenze su oceanografia fisica, chimica e biologica, microbiologia marina ed ecologia microbica, biologia, ecologia e biogeochimica, acustica marina, ed in generale sugli impatti antropici sul biota e l’ecosistema marino. Tali attività sono condotte sia in Mediterraneo, con maggiore attenzione sul Mare Adriatico, sia in aree oceaniche fino alle aree polari. Nel Settembre 2018 diventa Sede Secondaria di IRBIM CNR, di cui rappresenta oggi la Sede più numerosa con oltre 90 unità di personale nei differenti ruoli.

Lesina

La sede di Lesina nasce come “Istituto per lo Sfruttamento Biologico delle Lagune dal 1968” e successivamente, il 22 maggio 1996 (provvedimento n. 13902 del CNR), diventa “Istituto per lo Studio degli Ecosistemi Costieri”. Sin dalla sua nascita, vengono sviluppate ricerche sugli aspetti idrobiologici delle acque lagunari e costiere, valutando le comunità biotiche nel contesto fisico e chimico di ambienti costieri e confinati. Ricerche importanti condotte nel passato hanno riguardato la riproduzione artificiale di specie ittiche, quali l’orata e la spigola, la gambericoltura e la venericoltura, sviluppando tecnologie avanzate per il controllo della riproduzione in cattività e per l’allevamento larvale. A Lesina vengono condotti i primi esperimenti sulla riproduzione artificiale ed allevamento di orata (Sparus aurata), spigola (Dicentrarchus labrax), latterino (Atherina boyeri), mazzancolla (Penaeus japonicus), seppia (Sepia officinalis), ostriche (Ostrea edulis, Crassostrea gigas) e vongole (Tapes decussatus, T. philippinarum) e sulla coltivazione delle micro- e macroalghe, nonché sulla gestione della qualità delle acque lagunari con il controllo e sviluppo del sistema fitale. Per lungo tempo, la Sede ha mantenuto una banca di ceppi microalgali selezionati in uso presso la comunità scientifica e imprenditoriale italiana che ha consentito l’avvio e lo sviluppo di settori commerciali importanti nel panorama dell’acquacoltura. Un esempio fu l’introduzione e la promozione dell’allevamento della vongola verace filippina (T. philippinarum) che creò un settore ancora oggi molto importante con una filiera di migliaia di addetti. Ulteriori campi di ricerca hanno riguardato lo sfruttamento di macroalghe agarogene d’interesse commerciale e le ricerche in ambienti iperalini, quali le Saline di Margherita di Savoia. Dal 1996, con il cambio di denominazione dell’Istituto, sono state avviate linee di ricerca indirizzate prevalentemente allo studio del funzionamento degli ecosistemi lagunari e costieri avendo come obiettivo comune la tutela, il controllo, la conservazione ed il recupero di tali ambienti e della loro biodiversità, alla valutazione dell’impatto delle attività antropiche sugli ecosistemi costieri e lagunari, ed all’acquacoltura sostenibile. Come la Sede di Ancona, anche la Sede di Lesina passa il 12 Ottobre 2001, per firma del Presidente del CNR Prof. Lucio Bianco, nell’Istituto denominato ISMAR – Istituto di Scienze Marine, divenendone Sede Secondaria. Nel Settembre 2018 entra infine a far parte del nuovo Istituto IRBIM.

Mazara Del Vallo

Con decreto del Presidente del CNR, il 29 gennaio del 1981 nasce a Mazara del Vallo l’Istituto di Tecnologia della Pesca e del Pescato, successivamente (1998) denominato Istituto di Ricerche sulle Risorse Marine e l’Ambiente (IRMA). La direzione dell’Istituto viene affidata al dott. Dino Levi, proveniente dal Laboratorio di Tecnologie della Pesca di Ancona, che accetta l’incarico di dirigere il neo Istituto di Mazara e ne avvia i primi approfondimenti statistici allo sbarcato ed il naviglio per poi iniziare il lavoro di trawl-survey per la valutazione dello stato delle risorse demersali del Canale di Sicilia. Dino Levi continuerà a dirigere l’Istituto fino al 2004. Da sempre la Sede sviluppa una forte interazione con l’omologa Sede di Ancona dedicata alle scienze della pesca. Sin dalla sua fondazione, la Sede si occupa di valutare la consistenza e la capacità produttiva delle risorse da pesca, con particolare riferimento a quelle demersali, alle loro interazioni con l’ambiente e alla sostenibilità delle modalità di pesca. Accanto alle ricerche sulla biologia e l’ecologia delle specie di interesse commerciale, le attività della Sede sono finalizzate a fornire supporto tecnico-scientifico alle imprese della filiera della pesca ed alle Amministrazioni ed Istituzioni, nell’ottica di introdurre ricerca, sviluppo ed innovazione nei processi di cattura, proporre modelli di gestione maggiormente sostenibili e sviluppare nuovi processi per la valorizzazione, la tracciabilità e la qualità del pescato. Alla luce della crescente attenzione verso la biodiversità e gli ecosistemi, la Sede ha sviluppato competenze nell’analisi della composizione in specie delle comunità demersali e delle reti trofiche. La Sede rientra nel network di Istituti che forniscono campioni di organismi marini per studi avanzati di genetica di popolazione, di analisi degli isotopi stabili e di analisi del DNA ambientale. Di recente, la Sede ha ampliato i suoi interessi di ricerca occupandosi di gestione integrata sostenibile e resiliente delle aree costiere. Sin dalle sue origini annovera un centro di calcolo per la gestione ed organizzazione di dati e relativo rilascio di servizi elaborativi per la comunità scientifica. Come la Sede di Messina, il 15 Ottobre 2001 la costituzione dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) con sede a Napoli, la vede confluire nel nuovo Istituto, unitamente ad altri Istituti del Mezzogiorno. La successiva riorganizzazione degli Istituti di ricerca marina del CNR nel Settembre 2018 la colloca nell’Istituto IRBIM CNR, di cui diviene Sede Secondaria.

Messina

La legge N.442 del 13/7/1910 istituisce il “Regio Comitato Talassografico Italiano con funzioni esecutive per lo studio fisico, chimico e biologico dei mari italiani, prevalentemente in rapporto all’industria della navigazione della pesca e per l’esplorazione dell’alta atmosfera nei riguardi della navigazione aerea.” Su spinta del Comitato, come prima importante iniziativa del Governo Italiano per sviluppare la ricerca sulla biologia marina, il 10 Dicembre 1916 viene inaugurato l’Istituto Centrale di Biologia Marina, costruito a Messina nella posizione più adatta e favorevole del Mar Mediterraneo e nella città che faticosamente risorgeva dalla macerie del tremendo cataclisma del dicembre 1908. Il progetto viene elaborato dal Genio Militare coadiuvato dal professore Luigi Sanzo, destinato a divenirne il primo Direttore. L’Istituto viene attrezzato con infrastrutture innovative e con le più moderne strumentazioni disponibili all’epoca. La costruzione finanziata con la legge N. 599 del 5 Giugno 1913 ed iniziata nel 1914 con uno stanziamento “per cinque anni, a partire dall’esercizio finanziario 1912-1913, della somma di lire 20.000 per ciascun esercizio quale contributo alla costruzione de arredamento dell’Istituto“, ebbe termine appena due anni dopo. Alla cerimonia inaugurale partecipano rappresentanti di numerose Istituzioni nazionali ed internazionali. Il discorso inaugurale viene tenuto dal senatore del Regno Vito Volterra, che afferma: “Fin dal suo primo nascere il Comitato Talassografico fissò il suo sguardo verso queste coste sicure, verso questo stretto meraviglioso, che i zoologi chiamano il Paradiso Terrestre ….. Ciò che da prima pareva un sogno è oggi realtà. L’Istituto si eleva ora con le sue linee eleganti ed armoniose presso questa nobile città che reverentemente saluto, la quale balda rimase sulle sue rovine. Esso sorge munito dei sussidi, degli istrumenti e degli arredi necessari alle ricerche scientifiche e si apre liberamente agli studiosi della vita marina.”

Nei primi anni l’Istituto svolge ricerche fondamentali sulla biologia marina, con particolare riferimento ai teleostei marini dello Stretto, alla morfologia, anatomia, embriologia ed etologia, oltre che alle tematiche della pesca, rivolte in particolare ai grossi teleostei di particolare interesse economico come il tonno ed il pesce spada. In quegli anni l’Istituto diventa uno dei centri di ricerca sul mare più prestigiosi a livello internazionale, con ricerche importanti condotte sulla fauna marina planctonica, le larve e gli organismi profondi, anche grazie al sofisticato sistema di acquari all’avanguardia che consentiva di mantenere in vita organismi prelevati dalle acque circostanti. Nel 1929 l’Istituto passa, con la legge N. 1179 del 27/6/1929 alle dipendenze del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Successivamente nel 1941 assume la nuova denominazione di Istituto Talassografico di Messina e, con decreto N. 82 del 1/3/1945 relativo al riordinamento del CNR, passa alla dipendenze del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste. Con la successiva legge N. 625 del 1/7/1954 diventa Ente di Diritto Pubblico e gli viene assegnata la denominazione definitiva di Istituto Sperimentale Talassografico di Messina. Nel 1977 (D.P.R. N.429 del 4/7/1977 viene nuovamente incorporato nel CNR afferendo, in un primo tempo, al Comitato Nazionale per le Scienze Biologiche e Mediche e, successivamente, al Comitato Nazionale per le Scienze e le Tecnologie dell’Ambiente e dell’Habitat (1998). Nel 1995 confluisce, a seguito di un processo di riorganizzazione del CNR, all’Istituto Nazionale di Coordinamento per le Scienze del Mare (ISMARE). La riorganizzazione della rete scientifica del CNR porta il 15 Ottobre 2001 alla costituzione dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) con sede a Napoli, nel quale confluiscono l’Istituto Talassografico di Messina insieme a quello “A. Cerruti” di Taranto, l’Istituto Geomare Sud di Napoli, l’Istituto di ricerche sulle risorse marine per l’ambiente di Mazara del Vallo ed la Sezione di Oristano dell’Istituto di Cibernetica e Biofisica. In questa occasione, le attività di ricerca della Sede vengono per la gran parte riorganizzate e ricondotte alla tematica comune del controllo e della salvaguardia degli ambienti marini costieri, mantenendo tuttavia attive linee di ricerca di grande tradizione come quelle sulla biologia della pesca e l’acquacoltura ed al contempo lanciando discipline più di frontiera come la microbiologia molecolare, le biotecnologie ambientali e la bioinformatica. La successiva riorganizzazione degli Istituti di ricerca marina del CNR nel Settembre 2018 la colloca nell’Istituto IRBIM CNR, di cui diviene Sede principale.




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