In ricordo di Marino Vacchi

A cura di Pietro Rizzo, Fabrizio Serena, Sergio Vitale, Fabio Fiorentino

Lo scorso 11 giugno, all’età di 74 anni è mancato a Genova Marino Vacchi. È stato un fine ittiologo, ricercatore accurato, formato alla scuola genovese della biologia marina italiana.

Marino, sotto la guida di Dino Levi, ed insieme a Alvaro Abella, Patrizia Jereb, Sergio Ragonese e Franco Andaloro, ha costituito al CNR di Mazara del Vallo uno dei nuclei fondanti della biologia della pesca italiana, sviluppando sin dal 1985 gli approcci basati su campagne di pesca sperimentale, i trawl surveys, e la dinamica di popolazione per valutare lo stato delle risorse demersali della pesca italiana.

Uno dei suoi primi lavori a Mazara sulla maturità sessuale del gambero rosso Aristaeomorpha foliacea nello Stretto di Sicilia, scritto insieme a Dino Levi, ma in cui è riconoscibile il background scientifico maturato a Genova, è ancora un utile riferimento per la tematica in Mediterraneo. Ha partecipato alle prime campagne di pesca nello Stretto di Sicilia sin dalla primavera del 1985, contribuendo alla costituzione della serie storica sulla distribuzione, abbondanza e demografia delle risorse demersali tra le più importanti del Mediterraneo.  Un altro nucleo fondante, maggiormente orientato verso le risorse pelagiche e la tecnologia della pesca, è stato quello di Ancona. Entrambe le sedi, confluite nell’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine (IRBIM) costituiscono attualmente elementi portanti delle scienze della pesca in Mediterraneo.

L’esperienza maturata a Mazara del Vallo in questa prima fase della sua carriera professionale ha fornito a Marino un’importante occasione per approfondire le conoscenze sugli elasmobranchi già maturate sin dai tempi della tesi di laurea su un piccolo squalo batiale, Etmopterus spinax. Con il tempo Marino è diventato uno dei maggiori esperti di elasmobranchi in Mediterraneo. È stato co-autore della RedList italiana dei pesci cartilaginei, ha dato il suo fondamentale apporto alla compilazione della checklist dei condroitti dei mari italiani ed ha contribuito alle azioni di conservazione di questi pesci vulnerabili alla pressione di pesca sotto l’egida dell’International Union for the Conservation of the Nature (IUCN).

Lasciato il CNR, ha lavorato presso l’ICRAM, partecipando sin dalle prime spedizioni al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide e partecipando attivamente allo studio della biologia degli organismi antartici, con particolare riferimento ai pesci, anche in collaborazione con ricercatori della sede di Ancona di CNR IRBIM. Negli ultimi anni Marino ha lavorato come associato CNR presso l’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino (IAS) a Genova. Spinto da una genuina curiosità naturalistica e da un profondo amore per il mare, in aggiunta a queste importanti specifiche linee di ricerca che lo hanno visto protagonista, Marino ha collaborato con numerosi ricercatori di diverse discipline tutte legate alla biologia ed ecologia marina, come testimoniato dalla sua vasta produzione scientifica e divulgativa.

Con la sua scomparsa, abbiamo perduto un collega capace sia di accurate indagini specialistiche che di approcci multidisciplinari alle dinamiche degli ecosistemi marini.

A cura di Pietro Rizzo, Fabrizio Serena, Sergio Vitale, Fabio Fiorentino


19.06.2024 - Mazara Del Vallo

Ultime News

error: Content is protected !!